Mio padre el fabbro
Anelo per te che mi fosti padre
in passato in sogno in un’altra vita
ora brina, foschia, mattina.
Impercepttibile sei, solo le lacrime di là
bruciano l’aria di qui
e anche tu a volte che porgi tra sonno
le fredde braccia d’ortiche.
Tu non vuoi spaventarmi e
neanche a me fan sangue
di rame.
So che sei lontano, nella rossa valle
col bordone di nebbia tra le mani
di ritorno ai metalli.
L’erba sussulta
Vorace sussulta l’erba
quando mi sente intorno.
L’aria mi lucida i polmoni.
Il fuoco sibila.
L’acqua schiocca vogliosa.
Gli elementi spiano il mio ritorno.
Freddo
Un idioma straniero mi fa infreddolire.
Perchè sono qua, perchè sono ora?
Dio mio, fammi tornare!
Perchè sono?
Come sciabola nella guaina
vorrei rientrare nella terra.
Il mestiere dell’esilio
La madre invecchia da sola
il padre varca la morte
mentre lontano il figlio
impara il mestiere dell’esilio.
E solo talvolta di notte
il ricordo dei passi
nella vecchia casa
lo resveglia dal sonno.
La porta
Può darsi che un giorno se apro
la porta rossa verso l’altra stanza
non troverò più
il lorogo canapé, la scrivania zoppa
e la sedia rovinata
bensi il didietro di una vecchia casa
col vecchio tiglio fiorito.
Può darsi che morire
sia altrettanto facile
comme se aprissi una porta.
Traduceri de Geo VASILE
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