Dumitru FUSU

NOSTALGIA

Chi può darmi
un consiglio –
comme conciliare
il mio mondo di nostalgie
con la nostalgia ch’io ho del mondo?
Parcova, novembre 1974
***
Giù è il caos,
su è lo spirito,
e solo le scintillanti stella,
scavando tra i ricordi,
evidenziano la preziosità dell’idea
che la terra
ed il cielo
siano
in qualche epoca
stati assieme.

***
Io percepisco
tutti i colori.
Il bianco – no.
Una pagina bianca,
una tela bianca,
un abisso bianco…
Un fiocco,
due,
tre fiocchi – cavalcata…
Mi fanno vento
nel bianco silenzio
che ribolle –
mi ritrovate, al secolo,
nel pallore dell’amarezza.

IL SONNO DEI BAMBINI A MEZZODI

Sostenendosi le testoline sulle spalle,
s’addormentano i bambini
comme su bocca sapiente la parola,
come fiutando, il favolista,
la voce del latte spumoso delle dolci fiabe del mondo…
Il sonno è assiso sul trono…
Sussurra: è il traboccare di un occhio
pieno di sonno fino All’rlo…
Strilla, si dimena, si straia, sprofonda e… canta.
Come un cieco.
Chi sta di guardia osserav,
come si trattasse di un miracolo,
un pascolo ricco con fiori e fiori
(sgocciolio di fulminei tagli di falce).
Si lancerebbe anch’egli in questo volo,
come un gioiello da incastonare,
ma,  come raspice, così pure rifocilla
l’altalena legata al mezzodì…
… L’agile ala dell’ape soffia sul fiore la pace
sgorgata dal profondo riposo.
Parcova, maggio 1981

QUAND’ERO UN BAMBINO

Ero piccolo
ed el nonno mi portava nella vigna…
Mi mandava poi sulla cima del pioppo
a cercar la colorina azzurra,
ăerché la raccogliessi in grembo
la portassi a casa
alla mamma
per il suo grembiule…

Ed ora io vengo
a ripulirle
dalla colorina azzura grattata
dal cielo di pietra
del sepolcro…

Parcova, settembre 1965

RICORDANZE

Sta a sentir cosa mi torna alla mente:
– Mettimi la mano sulla fronte!
Non ti chiedo altro…
Mettimi una mano sulla fronte!
– Cosa? Io son mica un mago incantatore?
Non ho mica questo potere…
– Dai, veloce!
Il sangue urla!
Mettimi la mano sulla fronte!
Lo senti
come urla incandescente…
T’imploro…
Hai un che di divino…
Cedetti alla richiesta ed urlai:
– Cambi di colorito,
e sembri proprio soffrire,
ma comunique impari la lezione…
Tu cerchi e hai bisogno
dello spirito creatore e buono,
hai bisogno di teatro –
altrimenti muori anche senza la
morte,
così come vivi
senza vivere davvero.
Uno spirito capace di condurti
dalla notte al giorno…
– Ti dimenticherò…
Dimentica cge ti ho pure
dimenticato…
Ed ho pianto, e iniziai tutto
daccapo –
Gli ho messo la mano sulla
fronte,
e gli si son cancellati tutti i
ricordi…

M’ALLONTANO DA ME

M’allontano da me
come un’eco,
come l’ultimo tocco dell’Ave Maria delî
giorno.
M’allontano da me come la voce
di un’anfora sepolta,
come il vuoto di quella,
quando l’argilla la riempie –
E sono dimenticato
Sin quando luce non verà a
disseppellirmi…
Chisinău, ottobre, 1965
Traducere de Amedeo CARROCCHI

 

 


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